Amore

Il testo che segue è preso dal libro Essenzialità e parla di come l'amore crea la vita e la fa funzionare. Ciò era stato espresso perfettamente e in maniera elevata da Dante con la frase Amor che muove il sole e le altre stelle. Qui invece il tema viene sviluppato in modo molto diretto attraverso considerazioni semplici, logiche e conseguenti. 

Diversi testi su questo argomento possono essere trovati in    www.statale34.it    

mentre le anteprime di questo e di altri libri della stessa collana 

possono essere scaricate qui

 

L’amore  

che infonde la vita

 

Come si fa a tenere le cose insieme? 

Come mantenere in vita ciò che per noi è importante?

Come preservare la vita che già esiste?

 

È una domanda che si applica a tutto.

Supponete di essere arrivati a un risultato o a una situazione che funziona, ha valore e vi soddisfa.

Può essere una casa che si mantiene ordinata, un orto che produce tanta verdura, una carriera in cui vi sentite realizzati, una relazione sentimentale che vi appaga, una famiglia serena, una compagnia di buoni amici, una azienda che guadagna, una squadra che vince, un team di ricercatori che fa scoperte importanti… tutto quello che volete.

 

Dato che la situazione vi soddisfa, di certo vorrete migliorarla ulteriormente, il più possibile.

Eppure, spesso accade che peggiori, e può peggiorare fino al punto di distruggersi. Perché?

 

Come avviene che una situazione muoia

anche se vogliamo che viva e si sviluppi?

 

Certamente esiste l’influenza delle circostanze esterne, ma vi è una parte, spesso molto grande, che dipende da noi.

 

È molto importante conoscerla e comprenderne il funzionamento.  

Infatti, a differenza delle circostanze esterne, essa può essere indirizzata dalla volontà, a patto ovviamente, di averne conoscenza e consapevolezza.

 

Per approfondire sono necessarie altre domande.

 

In che modo quel risultato che vorrei conservare e sviluppare, è stato costruito?    

Che cos’è che gli ha dato vita e tuttora lo sta mantenendo vivo?

 

Se rispondo a queste, so rispondere anche alle domande iniziali, perché è chiaro che se smetto di nutrire quel risultato con ciò che lo ha creato e lo fa vivere, sicuramente incomincerà a degradare.

 

Ho solo un certo tempo per riprendere a nutrirlo e, se non lo faccio, morirà. È come un organismo che, senza cibo, dapprima consuma le sue riserve, poi si indebolisce e infine muore.

 

È tanto ovvio da risultare banale.

 

Nel camino, dopo averlo acceso, se non continuo a metterci la legna, la fiamma diminuisce fino a spegnersi.

L’orto, dopo averlo realizzato, se non continuo a curarlo e tenerlo pulito, si riempirà di erbacce, non darà più ortaggi e diverrà indistinguibile da un qualunque campo incolto.

La casa, dopo averla pulita, anche se non la sporco perché vado in vacanza, al ritorno la troverò piena di polvere.

Le spese, senza una disciplina e delle strategie orientate a contenerle, automaticamente aumenteranno.

Le abilità, senza esercizio e costante allenamento, diventeranno sempre meno efficienti.

Le relazioni, se non coltivo occasioni sempre più profonde di scambio, si affievoliranno e si produrrà un allontanamento.

Giungiamo all’inevitabile conclusione che

 

ogni situazione, abbandonata a sé stessa, degrada

 

Più precisamente ogni risultato viene creato dando un’attenzione e incomincia a deteriorarsi allorché quella attenzione viene rimossa.

 

Ma perché l’attenzione è così importante?

 

Perché l’attenzione non è altro che il momento iniziale di un atto d’amore: è il piccolo invisibile inizio di un atto d’amore.

In termini generali posso dire che

 

faccio vivere quando do amore

e lascio morire quando tolgo l’amore che avevo dato

 

Perché mai dovrei decidere di togliere l’amore che prima avevo scelto di donare?

 

Nessuno lo decide: semplicemente accade, inconsapevolmente. Accade senza volontà, ma non senza responsabilità. Infatti

 

togliere l’amore incomincia col togliere l’attenzione

 

così come il dare amore era cominciato col portarla.

 

Togliere l’attenzione, a sua volta, incomincia, silenziosamente e invisibilmente, a partire da piccoli pensieri di separazione che sembrano innocenti, innocui, insignificanti e privi di importanza.  Invece sono negativi e distruttivi, perché svolgono la precisa funzione di separare e creare divisioni, barriere, fratture e conflitti.

Quella di dividere è una sottile tentazione, sempre presente nella mente, ed è all’origine delle sofferenze umane.

 

Diavolo deriva dal greco diabolos e significa colui che divide.

Quando ci riesce, crea l’inferno. Quando però la coscienza dell’uomo, mossa dall’amore, ricostruisce l’unità, allora, l’inferno si dissolve e svanisce. Si comprende quindi che

 

l’inferno è un’illusione della mente

 

In sé è priva di realtà, mentre la sofferenza che produce è assolutamente reale. In altri termini è una trappola diabolica.

 

I pensieri di separazione incominciano sempre con la parola “io”, e hanno il potere di allontanarmi dal valore che volevo coltivare.

Mi separano da quel paradiso, a cui avevo partecipato, amandolo di un grande amore, ma che ora, affievolendosi l’amore, si sta inevitabilmente dissolvendo. Infatti l'amore o

 

l'alimenti, e cresce,

 

arricchendo tutto ciò a cui aveva dato vita, o

 

smetti di alimentarlo, e diminuisce,

 

lasciando che ciò che prima aveva vivificato, inizi a disgregarsi.

È così, ed è una legge di funzionamento della vita.

 

L'amore è l’attitudine a creare il movimento

 

È una forza che, unita a un’intenzione, crea

 

il flusso di perenne cambiamento

che chiamiamo vita

 

Dante parla di amor che muove il sole e le altre stelle. In questo modo ci indica che

 

l’amore, non solo è la sorgente della vita,

ma ne è anche il sostegno

 

L’amore, non solo è l’energia che crea la vita e la fa nascere, ma è anche l’energia che la sostiene e la fa continuare a vivere.

 

Se applicate l’amore ad una possibilità, essa si manifesta nella realtà e nasce alla vita, ma se poi lo togliete, quella vita appassisce, muore e scompare dalla realtà.

 

Dar vita alle possibilità è la funzione dell’amore,

 

e non dovremmo mai togliere l’amore, se non vogliamo assistere alla morte di ciò che avevamo messo al mondo.

 

Una similitudine con la fisica può agevolare la comprensione.

 

Una forza applicata a un corpo gli imprime una accelerazione.  

Se la forza viene rimossa, l’accelerazione si annulla, e il corpo continua a muoversi per inerzia di moto rettilineo uniforme. Si muove cioè in linea retta, a velocità costante, senza cambiamenti. Continua così finché non sopraggiunge una nuova forza.

       

L’amore applicato ad una situazione, le infonde una nuova vita.         

Se togliamo l’amore, la nuova vita cessa, e quella situazione continua ad esistere nella sopravvivenza che è l’immutabile ripetizione degli schemi del passato, senza alcun rinnovamento.  Continua così finché non arriva  un nuovo amore.

 

La bella addormentata nel bosco è una bellissima favola che esprime, in modo poetico e simbolico, il concetto appena esposto.

Una principessa giace addormentata nel bosco a causa di un incantesimo. Per molti anni, intorno a lei scorre la vita, si rincorrono le albe e i tramonti, si alternano le stagioni, cinguettano gli uccelli, e giocano gli scoiattoli.

Lei giace ignara di questa bellezza che le vive intorno.

 

È il tema dell’uomo che, immerso in un sonno ipnotico, è insensibile alla vita, alla bellezza e alle possibilità che contiene.

 

Un giorno però arriva l’amore.

Assume le vesti di un principe azzurro che vede la bella addormentata, si innamora di lei e le da un bacio.

Quel gesto libera dall’incantesimo la principessa, che si risveglia, ricorda le sue origini regali e rinasce alla vita.

Nella nuova vita, riprende il suo posto nel mondo, unita al suo sposo e amata da genitori e sudditi.

E da quel giorno… vissero tutti felici e contenti.

 

Infatti l’amore unisce sempre ciò che in precedenza era diviso.

 

 

L’ultima cosa da comprendere, ed è la più importante, è che

 

quando facciamo vivere e crescere

qualcosa fuori di noi,

facciamo vivere e crescere

qualcosa anche dentro di noi

 

Al contrario, quando togliendo l’amore, lasciamo morire qualcosa fuori di noi; anche dentro di noi, qualcosa  morirà.

 

Facendo vivere ci facciamo vivere,

lasciando morire ci lasciamo morire.

 

Sul questo tema del morire e del lasciar morire, Marta Meideiros,

poetessa brasiliana contemporanea, ha scritto una poesia molto bella dal titolo Lentamente muore.

 

Ne riporto i versi più strettamente inerenti al nostro tema: essi ci ricordano che essere vivi richiede uno sforzo e che l’ardente pazienza è la via che ci porterà ad una vita felice.

 

 

Lentamente muore

 

Lentamente muore

chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

Muore lentamente chi evita una passione,

Lentamente muore

chi è infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza

per inseguire un sogno,

chi non trova grazia in se stesso.

Lentamente muore

chi abbandona un progetto

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando sempre che essere vivo

richiede uno sforzo

Soltanto l’ardente pazienza porterà

al raggiungimento di una splendida felicità.